V. Allora gli uomini non hanno alcun diritto di chiamarsi figli di Dio?
Quando gli anziani decisero di creare esseri intelligenti, dopo essersi convinti dell'impossibilità di guidare le bestie che con la fecondazione delle tenebre erano state originate sulla terra, fu piuttosto con l'intenzione di poter lottare contro i mostri giganti con l'aiuto di queste loro proprie creature. Quindi non furono esclusivamente egoismo e brama di potere a colmare gli anziani durante i loro tentativi di creazione, per cui le copie astrali dei primi uomini furono leggermente dotate di spirito per merito del momento di luce presente nel pensiero alla base del loro divenire. Ma una volta data, questa modesta scintilla vitale di luce spirituale non poteva essere tolta, e dovette quindi andare in eredità dai primi uomini creati alla prole che avevano generato e partorito. Mentre i nuovi corpi umani si formano durante la gravidanza, anche la loro copia astrale si forma; questa viene leggermente dotata di spirito attraverso la corrente di luce portata dalle onde di tenebre che scorrono ininterrottamente dagli anziani, e che da loro viene trasmessa agli uomini attraversandoli. Questa eredità viene quindi data e ricevuta di generazione in generazione, finché gli anziani saranno legati agli uomini2 dal circuito delle tenebre che li attraversa.
Siccome l'elemento vitale di luce spirituale non proveniva direttamente da Dio, ma era stato dato da esseri che agivano contro la sua volontà, esso non era forte abbastanza da creare pensiero e volontà coscienti e indipendenti nelle creature degli anziani, né nel mondo terreno né in quello ultraterreno; le "ombre umane"3, le copie astrali, erano quindi già dall'inizio condannate, dopo la fine della vita terrena, ad essere per tutta l'eternità, senza mai ottenere né conoscenza cosciente né comprensione cosciente sia della loro esistenza che di quella dei loro simili.
Alcune delle stirpi umane più antiche hanno nelle scimmie lasciato un ricordo visibile del basso livello su cui si trovavano nelle migliaia di anni iniziali, prima che la luce venisse portata sulla terra a nobilitare l'umanità.
Per i primi lunghi tempi gli uomini furono più o meno sullo stesso livello degli animali, sia corporalmente che spiritualmente, e siccome le tenebre regnavano praticamente sovrane sul globo al momento della creazione degli uomini, questi divennero anche parenti di sangue con tutti i mammiferi allora viventi. Dall'accoppiamento con molte diverse specie animali1 apparvero le prime forme di scimmie.
Siccome non era presente alcun momento di luce durante l'azione che era alla base della nascita delle scimmie e che era dovuta soltanto al bisogno degli uomini di soddisfare la loro brama di accoppiamento, le copie astrali di queste creature non ricevettero nulla dell'elemento di luce spirituale dei loro progenitori umani, per cui ad uguaglianza di tutti gli altri animali, esse non sono dotate di vita spirituale. Dopo la morte le copie astrali delle scimmie vengono assorbite e passano ad altre forme come tutte le altre copie astrali.
Dalla prolificazione delle prime scimmie incrociatesi fra di loro e dalle relazioni della loro prole sia con l'uomo che con altri mammiferi, si sviluppò a poco a poco quella ricchezza di varietà di scimmie che ora si trova sparsa sulla terra, e di cui alcune discendono in linea quasi diretta dagli uomini. Altre si sono invece allontanate molto, attraverso innumerevoli incroci, dai loro progenitori umani.
L'influsso della luce che regola e scevera le tenebre, ha allontanato l'uomo, come pure la maggior parte dei mammiferi, dalla parentela di sangue originariamente comune. Però questa, come si sa, si può ancora dimostrare tra l'uomo ed alcune delle cosiddette scimmie antropomorfe, come in alcuni casi la si può dimostrare anche tra mammiferi che in apparenza non sono dello stesso genere; ma questi resti della parentela comune di sangue a poco a poco spariranno del tutto.
Quanto basso sia stato il livello dell'uomo si può capire dal fatto che le attuali razze umane inferiori non sarebbero in grado di procreare una prole vitale mediante l'accoppiamento con animali.
Quando fu passato poco più di un milione di anni dalla creazione dei primi uomini, Dio chiamò per la seconda volta gli anziani per cercare di destare il loro pentimento. Allora alcuni degli anziani erano da tempo addolorati per la terribile vita che le loro creature conducevano sulla terra, e attraverso la disperazione profonda che provavano a causa dell'accaduto, essi compresero la portata della loro azione.
Il loro dolore per il peccato commesso era tanto grande e sincero che nel momento in cui udirono la voce di Dio che li chiamava, essi gli chiesero aiuto per le loro creature infelici prima di pensare ad ottenere un qualche miglioramento nella loro stessa miserabile esistenza.
Poiché Dio vide che il loro dolore ed il loro pentimento erano veri e profondi, nel suo amore e nella sua misericordia infiniti, Egli perdonò loro di tutto ciò di cui avevano peccato contro di Lui, promettendo loro contemporaneamente di fare sue le loro creature imperfette; promessa che Dio mantenne facendo scorrere, in forza della sua volontà, una corrente del suo essere divino attraverso ogni creatura umana, sia attraverso le "ombre" che attraverso quelle che vivevano sulla terra, e accogliendo gli spiriti umani così prodotti nel suo pensiero, per cui Egli rese tutto il genere umano partecipe della vita eterna. Dal momento in cui Dio in questo modo si mise in relazione con gli uomini, la corrente divina scorre attraverso tutti in un circuito che non si può interrompere e viene trasmessa a ogni nuova creatura al concepimento2.
Quando Dio comunicò ai suoi figli giovani che aveva accettato le creature degli anziani e chiese loro se volessero aiutarlo a guidare questi esseri miserabili fuori dalle tenebre, loro tutti tacquero - rabbrividivano al pensiero dell'enorme lavoro che si sarebbero dovuti assumere, se avessero dovuto porgere un vero aiuto; e pur sapendo che nessuno li avrebbe costretti, anche se avessero dovuto abbandonare il lavoro prima di averlo terminato, tuttavia essi non osavano rispondere subito di sì alla richiesta del loro Padre.
Il pensiero di prestare agli uomini l'aiuto che Dio desiderava venne prima al duale femminile del più anziano dei giovani, ma nel momento in cui ella provò pietà per l'umanità, il suo pensiero venne afferrato dal duale maschile, trasformando egli, con la sua volontà, il pensiero di lei in azione, presentando la proposta di sostenere e guidare gli uomini. Con questa sua azione volontaria egli diede vita al pensiero del suo duale femminile, ma in questo modo egli si assunse anche la responsabilità dell'ulteriore esecuzione.
Se il più anziano dei giovani non avesse dato importanza al pensiero della sua aiutante, esso non sarebbe mai stato trasformato in realtà, in azione, dato che la capacità maschile d'azione - la volontà - dovette intervenire, perché un tale, immenso lavoro potesse essere realizzato, per cui egli deve giustamente essere chiamato Redentore e Guida dell'umanità.
Il più anziano dei giovani, da una delle sue incarnazioni - l'ultima - è noto agli uomini con il nome di Gesù di Nazareth - Cristo.
Come ringraziamento per la sua spontanea promessa, Dio mise nelle sue mani non solo la guida degli uomini, ma lo fece anche capo dei giovani - sia maschili che femminili.
Il duale femminile del più anziano dei giovani, come tutti i suoi fratelli e sorelle più giovani, ha prestato il suo aiuto in diversi modi attraverso ripetute incarnazioni.
Alla caduta degli anziani - quando Dio ebbe esposto i suoi figli alle tenebre - il pensiero che la scelta di Dio sarebbe caduta su di loro venne prima alle anziane, ma con la volontà degli anziani maschi, i pensieri bramosi di potere delle anziane li portarono tutti alla caduta. Anche il pensiero di creare da soli esseri viventi venne prima al duale femminile del più anziano, ma con la volontà di lui esso venne trasformato in azione. In questo modo il più anziano divenne il capo degli anziani e, a giusta ragione, egli ha la responsabilità della creazione degli uomini.
In questo modo un pensiero femminile bramoso di potere portò peccato e caduta, mentre un pensiero femminile pietoso portò l'aiuto necessario alla riedificazione.